Iniziano le riprese in Toscana del documentario di creazione Transumanze di Andrea Mura che racconta la grande migrazione dei pastori sardi in Toscana a partire dagli anni ‘60. Una storia italiana poco raccontata di lavoro, conflitti sociali ed emancipazione nel passaggio dalla mezzadria all’industrializzazione. Dopo un periodo di sopralluoghi e di ricerca tra il territorio sardo e toscano la prima settimana di ripresa del documentario si tiene nella provincia di Siena spostandosi tra i comuni di Asciano, Buonconvento, Contignano e Radicofani. Le location sono i bellissimi paesaggi delle crete senesi, gli ovili e le aziende di molti pastori di origine sarda che continuano a portare avanti l’attività iniziata tra gli anni ‘60 e ‘80. Transumanze è un racconto corale che è scoperta del paesaggio, delle campagne, delle attività legate alla pastorizia e alla caseificazione, ma anche racconto di uomini alle prese con le sfide della contemporaneità.
«I loro percorsi – afferma il regista Andrea Mura – resi attraverso la narrazione orale, faranno da trama ad un più ampio racconto a carattere universale: quello della storia dell’emigrazione e il difficile equilibrio che permette la nascita di nuove comunità in contesti sociali già fortemente caratterizzati e come queste nuove comunità sono cresciute e hanno prosperato in una storia intrinsecamente ciclica. Seguendo il susseguirsi delle stagioni del lavoro del pastore si racconterà un mestiere, pensato comunemente come statico e immutabile, alle prese invece con le sfide della globalizzazione: aggiornamento continuo dei macchinari, creazione di specie genetiche ibride per aumentare la produzione di latte, sfide sui prezzi della grande distribuzione, rapporto con nuovi lavoratori emigrati dall’est Europa.»
Il documentario ha avuto una lunga gestazione ed arriva alle riprese dopo un corposo periodo di studi. Il soggetto è stato scritto da Nicola Contini con la consulenza dell’antropologo Tommaso Sbriccoli che ha approfondito l’emigrazione della comunità sarda in Toscana insieme al professor Piergiorgio Solinas che fin dagli anni Sessanta ha indagato il fenomeno da un punto vista antropologico. A partire dagli anni ’50 infatti, nel sud della Toscana, in concomitanza con la fine del sistema mezzadrile e il conseguente abbandono delle campagne viste come improduttive, si assistette a una forma di immigrazione comunitaria: dalla Sardegna giunsero, con le proprie greggi e a bordo di velieri, numerosi pastori sardi e a seguito intere comunità si mossero. Paesi della Sardegna come Austis, Orune e tanti altri si spopolarono. Nel sud della Toscana, i pastori sardi ritrovarono quelle condizioni ideali legate al loro mondo produttivo che in Sardegna ormai non era più facile trovare. Con le loro greggi e le loro competenze in materia di caseificazione contribuirono a creare la produzione del pecorino toscano e a tutelare il paesaggio delle crete senesi, oggi famosi in tutto il mondo.
A distanza di oltre mezzo secolo, il documentario vuole raccontare quei pastori e le loro famiglie che vivono ancora in Toscana e continuano a portare avanti la loro attività di allevamento confrontandosi con un mercato sempre più esigente. A scandire la narrazione c’è il passaggio delle stagioni e il lavoro del pastore strettamente connesso al ciclo dell’anno: le nascite degli agnelli, la tosatura, la semina, la trebbiatura. Il passato verrà raccontato con le immagini d’archivio, sia video che fotografiche, che accompagneranno lo spettatore nel ripercorrere le tappe cruciali di questa grande migrazione: le condizioni dei pastori in Sardegna prima della partenza, l’arrivo in Toscana negli anni ’60, il periodo dei sequestri e la difficile convivenza tra sardi e toscani, lo sviluppo dei caseifici, delle cooperative e del comparto pastorale.
Il film prodotto dallo stesso Andrea Mura e dalla casa di produzione Ginko Film, è finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, sostenuto dalla Sardegna Film Commission e dalla Società Umanitaria – Cineteca Sarda.